Cober srl

Trekking in Val Setus

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Una giornata estiva dal meteo variabile, le nuvole basse e l’aria frizzantina: la roccia sembra attenderci in un’atmosfera carica di possibilità ed al tempo stesso di incognite.

Ci troviamo al passo Gardena, che collega in Alto Adige la Val Gardena alla Val Badia. Si tratta di un passo incastonato tra i gruppi dolomitici di Sella e Puez, con la strada asfaltata che attraversa in alcuni punti i ghiaioni dolomitici. Il cielo si copre con nuvoloni grigi e carichi di alcune goccioline di pioggia. Ci fidiamo al tempo stesso delle previsioni meteo, con la giornata che dovrebbe concederci una finestra temporale per camminare senza pioggia.

Siamo alle porte del regno di roccia delle Dolomiti del gruppo Sella, nel loro versante settentrionale. Nel primo tratto di sentiero attraversiamo i verdi e ripidi pendii che circondano il passo Gardena, percorrendo uno stretto percorso che sale con varie curve decise. A mano a mano che la salita prosegue, ci avviciniamo poi alle pareti rocciose.

Il passo Gardena si trova a 2.121 metri di altitudine, quindi in breve tempo ci troviamo già ai margini del ghiaione roccioso, raggiungendo un bivio da cui parte la salita decisa nel cuore di un canalone detritico.

Un primo tratto con andamento a tornanti ci fa guadagnare quota velocemente. L’escursione si inoltra in una gola rocciosa, la Val Setus, estremamente scenografica ed emozionante. Un ambiente dolomitico in tutto il suo splendore, con il ghiaione che risale a fianco delle pareti di roccia. Vari balzi rocciosi ripidi sono da attraversare poi con passo fermo e deciso, dato che in alcuni tratti il sentiero si stringe e diventa molto ripido, lasciando poco margine di errore.

Alzando la testa, ci troviamo circondati da torri, gradoni, pinnacoli, in un tripudio roccioso da far girare la testa, e che al tempo stesso potrebbe intimorire per la sua maestosa severità ed asprezza.

Proseguiamo camminando con i bastoncini da trekking Rubus, che garantiscono l’ergonomia migliore grazie alla coda sul retro della manopola che facilita l’impugnatura anche nelle situazioni più complesse. Come il tratto attrezzato con cordino metallico che caratterizza la salita finale su di una ripida fascia rocciosa, in cui ogni passo viene calibrato attentamente.

I bastoncini sono inoltre ultraleggeri e facili da chiudere, occupando veramente poco spazio nello zaino, in cui possono essere riposti momentaneamente nei passaggi più esposti dove è richiesto l’utilizzo di entrambe le mani per proseguire con il cordino metallico.

Con la testa focalizzata sulla roccia sotto ai nostri piedi e sotto alle nostre mani, ogni tanto gli occhi riescono a catturare scorci del panorama che si crea alle nostre spalle. Dalla profonda apertura del canale roccioso ammiriamo verso nord le pareti del Puez, che emergono tra le nubi.

Un cartello segnavia ci indica la strada, e segnala al tempo stesso l’arrivo nel pianoro roccioso del Pisciadù. Le rocce ci circondano, nel sentiero che ora procede velocemente in falsopiano, con i nostri passi leggeri che ci conducono verso la meta di giornata.

Il Rifugio Pisciadù, a 2.587 metri di altitudine, si presenta come baluardo in questo mondo di roccia fatto di torri e ghiaioni nel gruppo del Sella. Un quadro incredibile, completato da un laghetto e dal suo azzurro chiaro che catturano lo sguardo, con la pallida roccia dolomitica sullo sfondo.

Una ambiente suggestivo, in un freddo pungente che sale ora a metà giornata nell’atmosfera che si carica ulteriormente di nuvole grigie. Quelle stesse nuvole che ci spingono a scendere così poi velocemente verso valle. Dove i nostri occhi questa volta hanno modo di spaziare ulteriormente nella roccia che si staglia di fronte a noi con una rinnovata leggerezza. Verso il passo Gardena che piano piano si avvicina, insieme a quella pioggia che ha atteso la seconda parte della giornata per fare la sua comparsa, riuscendo così, in uno scorcio di tempo, a regalarci un itinerario unico nel suo genere.