Un’escursione estiva va sempre programmata nei minimi dettagli, pensando all’attrezzatura, valutando in anticipo le condizioni meteorologiche, il sentiero da intraprendere e le sue possibili diramazioni. Durante la nostra pianificazione siamo spesso spinti dalla voglia di cercare qualcosa di nuovo, che però qualche volta si traduce nel tornare su sentieri già percorsi. Per rivivere forse le stesse sensazioni o solo per rinfrescare i ricordi, ma in ogni caso per imprimere sempre nuove emozioni nella nostra mente.
La roccia del gruppo dolomitico del Latemar suscita così spesso una forte ammirazione dentro di noi. Il profilo roccioso sorveglia dall’alto la Val d’Ega ed è protagonista sempre riconoscibile nei panorami che accompagnano le escursioni tra le Dolomiti in Alto Adige.
Decidiamo così di tornare, a qualche anno di distanza, nel cuore del massiccio del Latemar. Il Latemar rappresenta un atollo triassico, che si trovava all’interno di un mare tropicale circa 240 milioni di anni fa. Camminiamo tra rocce e ghiaioni modellati dall’erosione che ha seguito il progressivo sollevamento delle Alpi, che ci permette di ammirare questo splendido atollo con la sua antica barriera corallina, ora costituita da torri, cime aguzze ed irti campanili di roccia che si stagliano verso il cielo.
Raggiungiamo la località sciistica altoatesina di Obereggen, in Val d’Ega, raggiungibile in circa 30 minuti da Bolzano, per intraprendere il nostro percorso nel Latemar. La salita sul sentiero che parte da Obereggen ci conduce prima verso la Malga Laner Alm e poi su di una strada sterrata che procede nel bosco fino al Rifugio Oberholz (2.096 m.). Il sentiero è molto tranquillo in questo primo tratto e si percorre agevolmente.
Da qui in avanti il tracciato ci conduce ora al di fuori del bosco e poi attraverso i ghiaioni dei fianchi del Latemar. Proseguiamo in salita più decisamente, con il sentiero che compie diversi tornanti e si snoda disegnando una serpentina lungo le scoscese pietraie che caratterizzano questo paesaggio dolomitico.
Procediamo con cautela a mano a mano che il sentiero si restringe, soprattutto nei punti più esposti, dove un cordino metallico agevola il passaggio. Raggiungiamo le prime torri e pinnacoli che caratterizzano l’itinerario: ci troviamo nel tratto in cui è davvero impressionante percorrere questo sentiero a ridosso dei torrioni rocciosi che incombono su di esso.
La roccia sembra così circondarci e sovrastarci, con la traccia che si assottiglia sotto ai nostri piedi è si trova nei segni bianco-rossi dipinti sui massi. Un saliscendi emozionante ci conduce nei pressi della Forcella dei Camosci (2.590 m.), con un’ultima salita ripida su rocce da affrontare con piedi e mani al tempo stesso.
Raggiunto il piccolo avvallamento della forcella, la vista si spalanca sulla conca rocciosa d’alta quota del Latemar, con il panorama che svela anche la Marmolada e le Pale di San Martino.
I bastoncini da trekking Rubus supportano il nostro percorso fornendo lo slancio aggiuntivo necessario nella salita su roccia e massi. L’appoggio dei bastoncini si traduce in maggiore sicurezza e stabilità, così come l’assorbimento degli impatti durante le fasi di discesa, specialmente sugli alti gradoni rocciosi.
Il sentiero scende ora leggermente nel cuore della conca rocciosa del Latemar ed attraversa un grande pianoro di roccia. Si procede agevolmente, fino ad incontrare l’ultimo tratto più ripido di salita che si inoltra nel cuore di un nuovo teatro di roccia, dove le punte aguzze dai contorni frastagliati sono le protagoniste. Saliamo fino al rifugio Torre di Pisa (2.671 m.), che deve il suo nome ad un pinnacolo roccioso obliquo, che si trova nei pressi del rifugio, la cui forma ricorda proprio quella del famoso monumento pisano.
Il giardino roccioso ci cattura incredibilmente ed i massi dolomitici incombono ancora sul sentiero. Dall’altro lato poi la visuale si scopre verso i verdi pendii sottostanti e le limitrofe vallate, con al di sopra cime vicine e più lontane. Ci aspetta ora la discesa finale per completare il percorso ad anello e tornare al rifugio Oberholz, ancora al cospetto dei fianchi rocciosi.
Le torri di roccia del Latemar caratterizzano ancora il tracciato, con nuovi emozionanti scorci che la nostra mente non aveva forse catturato come fotogrammi durante la nostra ultima escursione qui. È proprio questo il bello del camminare in montagna: la nostra esperienza si evolve e si trasforma, le diramazioni dei sentieri sembrano infinite e regalano nuove possibilità, dando vita a nuovi ricordi da conservare.