Cober srl

Escursione con vista sul Rosengarten

Cober srl

  • Dislivello: 600 metri in salita ed altrettanti in discesa
  • Distanza: 7 km
  • Tempo di percorrenza: 3 ore e mezza
  • Difficoltà: intermedio
  • Crew member: Alberto e Valentina – Focus On Trips
  • Bastoncini consigliati: Moss

 

L’inizio dell’estate porta con sé una promessa di emozioni e sensazioni, che smuove qualcosa dentro di noi come forse non riesce a fare nessun’altra stagione. Percepiamo un sapore particolare nelle escursioni di questo periodo, quando il sole scalda la pelle ma ancora non brucia. Quando il vento soffia ma assomiglia ancora ad una brezza primaverile. Una brezza caricata di un sapore diverso, con il verde che comincia a diventare il colore predominante del panorama che ci circonda.

Con queste sensazioni dentro di noi, ci apprestiamo a partire da Bagni di Lavina Bianca, una piccola frazione nel comune di Tires in Alto Adige. Un piccolo angolo di meraviglia situato nella Val di Tires, che gode della fortuna di trovarsi a ridosso delle imponenti e chiare pareti dolomitiche del gruppo del Catinaccio.

Un crocevia di numerosi sentieri, più o meno lunghi ed impegnativi, con numerose divagazioni riservate però all’estate inoltrata, dato che in questo periodo le parti sommitali di alcuni ghiaioni e forcelle sono ancora ricoperte dagli ultimi strati di neve.

Ci dirigiamo così quasi ad occhi chiusi verso un sentiero conosciuto che si sviluppa su di una comoda strada forestale. Dietro di noi la muraglia del Catinaccio si erge maestosa ed imponente, con al centro il profilo aguzzo delle Torri del Vajolet che cattura lo sguardo ad ogni passo.

Il sentiero numerato come 4A procede in leggera salita in direzione ovest, superando le ultime case che si trovano all’inizio del percorso nei pressi del parcheggio pubblico. Si prosegue così in salita lungo la strada forestale e, una volta sbucati dal bosco, ci troviamo in una piccola radura dove il laghetto Wuhnleger spicca in un’oasi di animali al pascolo e prati verdi. Questo piccolo laghetto ha la grande fortuna di rispecchiare nelle sue acque il profilo roccioso del giardino di rose delle Dolomiti, ossia il Catinaccio, o Rosengarten in tedesco (che tradotto in italiano significa proprio “giardino di rose”, riferendosi all’Enrosadira, fenomeno ottico per il quale le Dolomiti si “tingono” di rosa all’alba e al tramonto).

Salendo leggermente di quota, sbuca poi anche il profilo delle cime iconiche e frastagliate del gruppo dolomitico del Latemar, che completano il panorama verso sud. Dal Wuhnleger in avanti la salita prosegue ancora prima lungo la strada forestale, che ora diventa più ripida. Possiamo però deviare su di un sentiero che ci riporta nel bosco, che ci porta al rifugio tramite un percorso più lungo ma sicuramente anche più scenografico. Alcuni scorci dolomitici ci riportano con la vista verso il Catinaccio ed il Latemar. È questo poi l’unico tratto dove il sentiero si restringe e si porta a ridosso delle pareti rocciose, denominate Tschafonwande, che sostengono l’altura dove poi troveremo il rifugio.

Così, tra un passo e l’altro, procediamo nei punti di sentiero più stretti, caratterizzati anche da alcuni gradini rocciosi, dove i nostri bastoncini da trekking ci forniscono lo slancio aggiuntivo per spingerci in alto, così come il supporto alle ginocchia fondamentale nella discesa su tratti impervi. In modo particolare ci riferiamo in questo caso ai bastoncini Moss, adatti ad ogni terreno e perfetti per le escursioni estive, essendo anche ultraleggeri e facili da chiudere.

Percorriamo le ultime curve di salita del sentiero mentre attraversiamo un bosco di pino mugo che ci conduce al rifugio Tschafon, situato a 1.737 m. di altitudine. In un luogo che rimane impresso nella nostra mente e nel nostro cuore, sicuramente caratterizzato da uno dei nostri panorami preferiti. Il profilo delle Torri del Vajolet accanto alla cresta della Cima Catinaccio, con la loro chiara roccia dolomitica attirano i nostri pensieri. Inoltre, la vista sul Catinaccio ne abbraccia da nord a sud tutte le cime del suo versante occidentale, in un susseguirsi di emozionanti profili rocciosi.

Nel frattempo il rifugio ci accoglie, in mezzo ad un verde prato panoramico baciato dal sole. Un rifugio che fa della sostenibilità e autenticità i suoi tratti caratteristici, essendo stato ristrutturato negli ultimi anni in un’ottica di conservazione della sua atmosfera tradizionale.

Ci troviamo così ad indugiare e riposare nel verde prato antistante al rifugio: nella prima calura estiva di metà giornata, la ricerca di un fresco riparo ci porta a ripararci all’ombra dei primi alberi. Tuttavia, una folata di vento, al tempo stesso tiepido ma fresco, ci riporta agli albori dell’estate. Si tratta di un attimo nel quale vorremmo costantemente perderci, quando l’attesa si mescola all’inizio di qualcosa di nuovo ed al contempo conosciuto, dando vita ad un momento unico.