Di tutti i luoghi della mitologia greca che si possono ancora visitare al giorno d’oggi, questo gigantesco colosso vulcanico è probabilmente il più immutato nel corso dei millenni.
Secondo il mito, il Monte Olimpo è stato creato in seguito alla Titanomachia, la grande battaglia tra i dodici dèi dell’Olimpo e gli dèi preolimpici, noti anche come Titani. Dopo una guerra sconvolgente durata dieci anni, i Titani furono sconfitti e imprigionati da Zeus nel più profondo abisso del mondo sotterraneo, il Tartaro.
Situato nella Grecia settentrionale, a nord della Tessaglia e poco lontano dal mar Egeo, il Monte Olimpo è la montagna più alta della Grecia, con una cima che supera i 2.900 metri di altezza.
A causa delle dense nubi bianche che circondano la vetta, o Mytikas, essa è stata considerata la casa degli dèi per tutta l’antichità, e gli umani, senza il benestare concesso dalle loro divinità, non avrebbero mai e poi mai potuto accedervi.
Zeus, Afrodite, Atena e Apollo sono solo alcuni degli dèi “Olimpi” abitanti del Monte. E se in molti parlano ancora di miti e leggende, c’è ancora chi crede che la punta del Monte Olimpo sia a forma di sedia per permettere a Zeus di controllare il mondo dall’alto.
Non è ancora stato stabilito da dove derivi la parola Olimpo, ma incontriamo per la prima volta la variante Oulumpos nell’Iliade. Nei poemi Omerici, infatti, gli dèi sono molto presenti, essi agiscono spesso sulla terra favorendo o sfavorendo i loro campioni o nemici.
Non è una sorpresa che la montagna più alta della Grecia sia stata identificata come la dimora degli dèi. È proprio il poeta Omero ad utilizzare il termine “Olimpo” come sinonimo per Ouranos, “cielo”. Successivamente, il Monte Olimpo verrà identificato anche come “Il trono dei cieli”.
Altissimo e difficilmente accessibile, costantemente ricoperto di nuvole, l’Olimpo ancora oggi si innalza come tramite fra terra e cielo. Ed è proprio questo che impressionava gli antichi abitanti della regione; la connessione fra mondo terreno e mondo solare che si manifesta in alta montagna.
L’ascesa alla “montagna sacra degli Dèi” è una vera e propria immersione nella storia e nella mitologia greca, nonché in un paesaggio naturale davvero mozzafiato, dichiarato sin dal 1981 riserva della Biosfera dall’Unesco.
L’antica dimora degli dèi, e sede di intricate vicende degne di una moderna soap opera, il Monte Olimpo è da tempo meta di un turismo che ama escursioni e panorami mozzafiato. Tra infedeltà, omicidi e tradimenti, la vita delle immortali divinità si svolgeva in un misto di pathos e avventura, e gli antichi greci ne seguivano le vicissitudini con grande interesse, attenti a non provocarne l’ira.
I primi ad ascendere il monte Olimpo furono il greco Christos Kakkalos e gli svizzeri Frederic Boissonas e Daniel Baud-Bovy. La scalata avvenne il 2 agosto 1913. Kakkalos, per via della sua grande esperienza nello scalare l’Olimpo, fu il primo uomo a giungere in cima al Mitakas, la vetta che arriva a 2.918 metri, il luogo della presunta dimora degli dèi.
Secondo ritrovamenti archeologici, la terza vetta della montagna, conosciuta come Agios Antonios, (Sant’Antonio), era la sede di un tempio dedicato a Zeus.
Occorrono due giorni per raggiungere la vetta più alta, con le sue pendici cariche di foreste lussureggianti, ma ne vale ovviamente la pena; lo spettacolo che ci si trova davanti, man mano che si sale, è davvero incredibile. Inoltre, Il Parco del Monte Olimpo, ricco di foreste, è casa di numerosi animali, fra cui cinghiali, volpi, gatti selvatici, caprioli e stambecchi.
Situata alle pendici della montagna, la cittadina di Litochoro, è un ottimo punto di partenza per le visite guidate del Monte Olimpo. Sebbene si trovi ancora lungo la costa, poco lontano dalle magnifiche spiagge sabbiose di Pieria, da questa località partono i primi sentieri che permettono di raggiungere la vetta, non prima di aver visitato le sue tipiche casette macedoni con balconcini di legno che si affacciano sugli stretti vicoletti punteggiati di botteghe di artigiani o per assaggiare un raffinato meze e i deliziosi dolcetti all’ombra della piazza principale.
Seguendo la suggestiva valle del fiume che attraversa la cittadina di Litochoro, è possibile addentrarsi nei sentieri boscosi che attraversano la gola dell’Enipeas grazie a numerosi ponticelli di legno dai quali è possibile ammirare diversi monasteri. Il più importante è il Monastero di Agios Dionisios, completamente immerso nel verde e luogo in cui visitatori ed escursionisti fanno una sosta per rigenerarsi. Continuando il percorso, lungo circa 9 km, si giunge ad una serie di vasche con pittoresche cascate a 1.100 metri sul livello del mare, prima di arrivare a Prionia, ultima tappa della strada percorribile anche con i mezzi.
A partire da qui, occorre affidarsi alle guide e al Club di alpinismo greco per godersi la bellezza del Monte sacro secondo le proprie possibilità: sentieri di alta difficoltà sono riservati agli esperti dell’alpinismo, mentre altri sono accessibili anche alle famiglie con bambini. Percorrendo questi ultimi, è possibile raggiungere facilmente la Sacra Grotta di San Dioniso, con una chiesetta incastonata nella roccia, l’Altopiano delle Muse, una piattaforma a 2.650 metri di altitudine, dalla quale il panorama mozzafiato è all’altezza delle aspettative create dal nome, per poi intravedere, infine, la vetta Mytikas. Sull’altopiano, si trova anche la Chiesa del Profeta Elia, che a ben 2.800 metri di altitudine, è nota per essere la chiesa ortodossa eretta nel punto più alto del mondo.
Da Prionia (1.100 metri s.l.m.) si sale lungo una comoda mulattiera, prima all’interno di fitti boschi, poi via via tra vegetazione più rada. Si arriva tranquillamente al rifugio Agapitos a 2.100 metri, dove conviene pernottare.
Il giorno seguente si percorre il sentiero che parte alle spalle del rifugio e risale uno spallone verso ovest. Il percorso attraversa poi un costolone in direzione nord fino alla punta Skala (2.870 metri). Da qui si stacca il sentiero che prosegue verso ovest fino alla punta Skolio (2.905 metri, seconda cima del gruppo) e la cresta verso nord che porta alla punta Mitikas.
Questa cresta chiamata Kakoskala, è la parte più impegnativa. La si segue abbastanza fedelmente fino a trovarsi sotto la parte finale, una parete che porta in vetta. In circa un’ora da Skala si è in cima (2.918 metri).
Davanti ai nostri occhi avremo un panorama meraviglioso che si spinge fino al mare, da un lato, e fino al gruppo del Monte Pindo, dall’altro.