Tu sei qui di David Nicholls è un libro per anime sensibili, che accarezza il cuore con ironia, profondità e delicatezza. Racconta il dramma della solitudine e il disperato bisogno che ogni essere umano ha di amare ed essere amato attraverso le vicissitudini di Marnie e Michael.
Marnie ha trentotto anni e l’impressione che la vita le stia scivolando tra le dita. Piano piano, amici e amiche hanno preso le loro strade – matrimoni, figli – e ora vivono a Hastings o Stevenage, Cardiff o York, mentre lei è rimasta a Londra, con l’unica compagnia dei suoi libri, litri di tisane e un telecomando tutto per sé. Ogni tanto finisce addirittura a dialogare con le uova nel frigo o a interrogare la macchia d’umidità in bagno: «Oh no, ancora tu?» Non che il suo lavoro la immerga nella folla: correggere bozze, per quanto appassionante, la relega spesso al ruolo di consigliera discreta che avvisa l’autore quando ha un pezzo di insalata tra i denti.
Michael ha quarantadue anni e non sa bene come rimettere assieme i cocci della sua vita, andata in frantumi quando la moglie lo ha lasciato. Nonostante il mestiere lo porti a trovarsi sempre circondato di persone, perlopiù liceali nelle cui testoline tenta di inculcare la geografia, il suo unico conforto sono lunghe camminate solitarie nella brughiera. Un sedativo naturale di cui ha un bisogno disperato che tuttavia non è compreso da tutti, meno che mai dalla collega e amica Cleo, che si offre continuamente di accompagnarlo. Fino a quando le generose offerte diventano un obbligo senza scampo e Michael si ritrova membro riluttante di una comitiva impegnata in un trekking che attraversa l’Inghilterra da costa a costa, dal Lake District a Robin Hood’s Bay, passando per le verdeggianti Dales e le atmosfere cupe delle Moors spazzate dai venti. Una comitiva di cui fa parte anche Marnie.
Fra tuffi in laghi ghiacciati e disastrose ascese sotto la pioggia, paesaggi da romanticismo inglese e playlist improbabili, Marnie e Michael scopriranno di vivere la più inaspettata delle avventure, sull’orlo di una nuova amicizia, o forse qualcosa di più.
Sullo sfondo di un’Inghilterra descritta in maniera dettagliata, ora sconvolta dalle piogge improvvise ora rasserenata dal baluginare del sole, il cammino raccontato tappa per tappa da David Nicholls è al contempo un percorso interiore: se non proprio di miglioramento assoluto, per lo meno di conoscenza di sé e di svelamento di ciò che prima era indicibile, addirittura impensabile. Marnie e Michael camminano lungo la via per rimettersi in gioco: qualche volta arrancano, scivolano, sbuffano, ma si rialzano sempre con gli occhi fissi verso la meta e la disposizione a guardare l’uno il passato dell’altra, in vista di un presente diverso.
Tu sei qui racchiude tutte le sfumature di Nicholls, emozione, ironia, intuizione. Ma pone anche interrogativi fondamentali sull’amore, la vita e la solitudine con una delicatezza ed eleganza senza pari. Ci sono fragilità dell’animo che Nicholls sa far emergere con tatto ed empatia.
La natura è parte stessa del racconto, in armonia con i personaggi: i luoghi sono spettatori e anche artefici, sono fango e pioggia per abbassare le difese dei protagonisti, per abbattere il conformismo rigido della conoscenza, si fanno maledire con compiacenza sapendo che quello sarà un vocabolario per avvicinare, illuminano di sole e di squarci di bellezza facendo sollevare la nebbia e le paure, offrono con malizia diabolica laghi di acqua gelide dove tocca stringersi per il freddo, e brughiere grigie e malinconiche dove provare nostalgia.