Le ore che precedono l’alba di un giorno estivo sanno regalare momenti intensi e coinvolgenti. I paesini della vallata ancora immersi nel buio, un cielo senza nuvole che pian piano prende colore e la luce del sole che comincia a farsi largo tra le montagne. Percorriamo i tornanti di una strada che sembra quasi sfiorare i ghiaioni delle pareti dolomitiche, mentre queste si tingono di rosa e arancione. Un’alba perfetta, con un cielo terso che riempie l’aria di sfumature e sensazioni indelebili.
Ci muoviamo così verso lo splendido scenario roccioso delle Dolomiti del Gruppo del Sella, nel quale ci addentriamo a partire dal Passo Campolongo, che collega Arabba, in Val Cordevole, a Corvara in Val Badia. Sappiamo che il percorso di oggi ci condurrà verso uno scenario dolomitico mozzafiato, accompagnato dalla vista su alcune delle cime più belle delle Dolomiti.
Il tratto iniziale di sentiero lascia già presagire il livello dei panorami che incontreremo nell’escursione di oggi. La mole imponente delle cime del Monte Pelmo e del Civetta ci accompagna fin dalle prime curve di salita della strada sterrata. A mano a mano che la salita prosegue, ci avviciniamo poi alle pendici rocciose del gruppo del Sella.
Nelle prime ore mattutine, l’atmosfera lascia ancora spazio ad una fresca brezza e ad una piacevole sensazione di solitudine, silenzio ed immersione nel sentiero.
Raggiungiamo abbastanza velocemente un primo rifugio, Bec de Roces (2.076 m.), situato in una posizione panoramica invidiabile, ai margini delle piste da sci invernali, con vista sul ghiacciaio della Marmolada.
Dal rifugio ci addentriamo poi in un ambiente inaspettatamente suggestivo. Il sentiero si restringe e comincia a salire lungo una serie di gradini rocciosi per entrare in un mondo di verde, bassa e fitta vegetazione, che si frappone a slanciati e sagomati blocchi di roccia dolomitica. Un ambiente veramente scenografico, dove ci si muove tra campanili, torri e aguzzi blocchi di roccia dolomitica dalle forme alquanto particolari.
Al termine di questo percorso in salita nel labirinto roccioso, la vista si apre poi verso un vasto pendio verde puntellato da chiare roccette, al termine del quale si stagliano slanciate le pareti rocciose del Sella. Il classico ed incantevole ambiente dolomitico che precede i ghiaioni rocciosi.
Le cime dolomitiche di Pelmo e Civetta ci scrutano ancora nonostante la leggera foschia, dovuta ad una giornata notevolmente calda, mentre la salita si fa più decisa. Raggiungiamo un’ampia gola rocciosa, che costituisce la rampa di accesso finale verso il secondo rifugio di giornata: il rifugio Kostner.
In questo tratto di sentiero troviamo in alcuni punti un cordino metallico che agevola salita, anche se non attraversiamo passaggi particolarmente esposti o ripidi.
Proseguiamo con il supporto dei bastoncini da trekking Tamus, che ci forniscono lo slancio aggiuntivo per spingerci in alto sui gradoni rocciosi, essendo il modello ideale per accompagnarci sui sentieri più impervi. Inoltre, il modello Tamus è facilmente richiudibile ed ultraleggero, molto adatto a situazioni come questa dove in alcuni punti è necessario procedere sul percorso roccioso con le mani libere.
Al termine di questo tratto di salita, giungiamo nella piana rocciosa del rifugio, dominata dallo straordinario scenario delineato dal profilo del Piz da Lec e Sasso delle Dieci, con la loro frattura centrale divisoria. Due immensi blocchi rocciosi che dominano lo scenario davanti ai nostri occhi.
Nei pressi del Rifugio Kostner, a 2.536 metri di altitudine, la vista panoramica spazia dalle Dolomiti del parco naturale Fanes-Senes-Braies, fino alle Tofane, Antelao, Pelmo, Civetta e Marmolada. Dopo una dovuta sosta, ci concediamo una deviazione per esplorare un sentiero roccioso che parte alle spalle del rifugio. Il sentiero sale e si stringe progressivamente, per condurci poi ai piedi di un ghiaione molto ripido, che risaliamo grazie all’aiuto di alcune funi metalliche. La ricompensa di questo ghiaione è un nuovo pianoro roccioso e scenografico, ad una quota che sfiora i 3.000 metri, meta ideale per goderci il nostro pranzo al sacco.
Tornando poi sui nostri passi, scendiamo nuovamente al rifugio Kostner, dal quale seguiamo un nuovo sentiero che prosegue in discesa verso il lago Boè, per chiudere un percorso ad anello. Il sentiero resta sempre decisamente molto panoramico e, senza troppa fatica, si raggiunge in discesa il lago: un piccolo ma splendido laghetto dal colore verde acceso, caratterizzato da una ripida parete dolomitica strapiombante su di esso.
Percorriamo poi gli ultimi tratti di discesa lungo la strada sterrata che ci riporta al Passo Campolongo, con il cuore e la vista ancora pieni dello spettacolo che abbiamo vissuto, assaporando fino alla fine ogni istante ed ogni scorcio visivo di questo percorso estremamente panoramico.